Partito Comunista Internazionale

La giustizia borghese perfeziona i suoi metodi

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Le prove di assoluta mancanza di serietà che sta dando la Giustizia borghese, rafforzano la convinzione nostra che, a dispetto di ogni calunnia illuminista contro il Medio Evo, l’unico procedimento giudiziario serio apparso nella storia è l’Ordalia. Sissignori, il Giudizio di Dio. Si sa in che consisteva. Quando mancavano prove convincenti i Barbari sottoponevano ad un arduo e doloroso esperimento la persona sospettata, con la convinzione che Dio, dall’alto dei cieli, ne avrebbe dimostrato l’innocenza facendogli superare la prova. Saggiamente, i nostri remoti antenati non avevano fiducia nella perspicacia investigativa dei loro simili, e dire che al loro tempo non esistevano le sterminate metropoli, ove un Reginald Christie può massacrare tranquillamente mezze dozzine di donne senza che i vicini se ne accorgano…

Le prove contemplate dall’Ordalia, ad esempio la prova dell’acqua bollente in cui bisognava immergere la mano o il braccio, oppure la prova del fuoco per cui l’imputato doveva passare tra le fiamme, erano così poco superabili che si è autorizzati a concludere che con esse si mirava a colpire più il reato che il colpevole. Se era l’innocente a soggiacere, gli restava pur sempre la possibilità di ricorrere alla Suprema Corte di Cassazione di Domineddio.

I nostri magistrati usciti dalle Università sono convinti invece che, a prescindere dal giudizio che Domineddio possa farsi ad esempio di Lionello Egidi o di Corbisiero, la Giustizia con la maiuscola possa penetrare ovunque, essendo infallibile ed incorruttibile. Una ordalia non ufficiale continua però a sussistere, nonostante il tale e tal’altro articolo della Costituzione, nelle camere di sicurezza e nelle celle di segregazione dei carceri, che sono poi le vere sedi, contrariamente a quanto possa pensarsi delle aule dei tribunali, del potere giudiziario. Se ciò non fosse vero, se gli interrogatori di «terzo grado» non fossero un ammodernamento della prova dell’acqua bollente, del fuoco, della croce o dell’eucarestia, non si dovrebbero verificare, come sta succedendo ormai con normale puntualità, che imputati che rendono totali e particolareggiate confessioni nelle inaccessibili pertinenze delle autorità di polizia siano poi riconosciuti innocenti in sede di giudizio.

Non scherziamo affatto. Come non ha scherzato affatto Harry Truman, l’ex presidente degli Stati Uniti, che accusato dal F.B.I. (Federal Bureau of Investigation) di concorso in spionaggio a favore della Russia non ha perso tempo a negare. Egli, è vero, non è riuscito ad evitare di venire sbalzato dalla carica presidenziale, ma l’essere riuscito a starci per circa otto anni non gli ha impedito di capire che, essendo provato che i tribunali molto spesso condannano gli innocenti, la migliore difesa per l’imputato, l’unico sistema per evitare la condanna è quello… di dichiararsi colpevole. Egli ha mostrato di sapere che l’imputato all’altezza della situazione, deve anzitutto sottrarsi alle investigazioni della polizia. Essendo provato che la polizia, come facevano del resto gli sbirri dei bargelli e dei prevosti medioevali e i famigli della Santa Inquisizione, fa sempre confessare all’imputato tutto ciò che gli serve, specie se a certe confessioni sono interessati i politicanti al potere, il vecchio volpone si è affrettato ad accettare le accuse del F.B.I. nel modo in cui usa fare l’accusato intelligente, e cioè negando debolmente, di malavoglia. I fatti sono noti. Il F.B.I. ha motivato l’accusa a Truman di «concorso in spionaggio a danno delle Forze Armate degli Stati Uniti», col fatto che Harry Truman, mentre deteneva la carica di presidente degli U.S.A., mantenne Harry Dexter White nella carica di alto funzionario del Dipartimento del Tesoro e nominò costui Sottosegretario al Tesoro e successivamente Direttore per gli U.S.A. del Fondo Monetario Internazionale, nonostante un rapporto riservatissimo del F.B.I., col quale veniva comunicato che Harry Dexter White era una spia al soldo della Russia. I fatti accaddero nel 1946. Truman si decise a silurare White e ad autorizzare che costui fosse denunciato alla Commissione d’Inchiesta per le attività anti-americane, solo nei primi mesi del 1947, allorché il F.B.I. riuscì ad ottenere da Elizabeth Bentley, definita una spia russa, le dichiarazioni che White faceva parte della rete spionistica della Russia.

Il F.B.I. solo nello scorso novembre si è deciso ad inviare al Ministro della Giustizia Brownell un rapporto in cui si riesumavano i fatti suesposti e si chiedeva la citazione di Truman davanti alla Commissione d’Inchiesta presieduta dal russofobo senatore Mac Carthy. Ma il F.B.I. non ha creduto di degnarsi di spiegare perché Truman sia dichiarato traditore solo oggi, mentre già era provato che lo fosse fin dal 1946. Piccolezze. Ma se davvero la Giustizia borghese che si dice fondata sulle teorie di Montesquieu e Beccaria, fosse veramente quello che dice di essere, e cioè l’amministrazione dei diritti dell’individuo, un qualsiasi lustrascarpe negro di Manhattan potrebbe chiedere l’incriminazione del F.B.I. per aver taciuto i delitti di Harry Truman mentre questi era presidente degli Stati Uniti. Scommettiamo che se si restaurassero ufficialmente (nella pratica poliziesca non è mai cessato di funzionare fin dall’alto medioevo) l’ordalia, e si sottoponesse il direttore del F.B.I. alla «prova della sedia elettrica» il supremo giudice celeste negherebbe di farlo uscire vivo dall’elettroesecuzione.

Il grande mutamento in peggio che il sistema giudiziario borghese doveva introdurre nell’amministrazione dei delitti e delle pene, cioè la «libera» discussione pubblica delle istruttorie e dei giudizi attraverso la stampa, e poi la radio e la televisione, ha determinato le condizioni del formarsi di quei curiosi partiti misti, politico-giudiziari, che sono stati definiti degli «innocentisti» e dei «colpevolisti». I loro effettivi non sono rigidamente inquadrati. Ad esempio l’innocentista per Lionello Egidi, può benissimo militare nei colpevolisti per Harry Truman. Delizie del tempo nostro, ignote alle genti del Medio Evo, che avrebbero ritenuto atto empio revocare in dubbio sentenze che, tramite l’acqua bollente o le fiamme dei roghi, discendevano in ultima istanza dalla fonte divina. Ma il fatto è che ormai la gente oggi è perpetuamente divisa fra fautori e negatori dell’innocenza dei criminali del giorno. Gaston Dominici, il vecchio satiro massacratore per follia sessuale della famiglia Drummond, è colpevole o la sua confessione deve considerarsi estorta dalla polizia? Il maestro Graziosi uccise la moglie? Harry Truman veramente passava al Cremlino i piani del Pentagono oppure l’accusa del F.B.I. è una mossa propagandistica dell’Ufficio elettorale del partito Repubblicano al potere? Se ciò avviene, se tutti siamo ammessi a «giudicare» vuol proprio dire che il potere di giudizio è passato dal Padreterno al popolo sovrano…

Truman che queste cose le conosce bene, ha agito in conseguenza con stile impeccabile, ma ahimè! non originale. Prima ha quasi accettato le accuse del F.B.I., poi in un secondo momento ha ritrattato le accuse nel corso di una clamorosa teletrasmissione. Tutta l’America, raccolta attorno al ring del match Truman contro F.B.I. doveva sentire l’ex presidente ammettere di aver ricevuto le prove di colpevolezza di White e di averlo considerato un traditore fin dal 1946, ma respingere, con estrema energia e violenza di linguaggio, l’accusa di tradimento o per lo meno di favoreggiamento del tradimento. A provarlo il furbacchione sosteneva di aver lasciato libero White per non compromettere la riuscita di una operazione investigativa che in quel torno di tempo il F.B.I. stava conducendo contro l’organizzazione spionistica russa negli Stati Uniti. Per dare consistenza al suo alibi, egli riferiva al pubblico di telespettatori che all’epoca egli aveva debitamente informato il F.B.I. dei motivi del suo comportamento. Ma in una successiva trasmissione televisiva il direttore del F.B.I. Edgar Hoover negava ciò. Invano! L’astuto Truman aveva raggiunto lo scopo: ormai aveva e ha sulle spalle quella che si chiama una «corrente della pubblica opinione», fermamente convinta della sua buonafede.

Può darsi che, secondo la lettera e lo spirito della legge, Harry sia innocente. Ma se egli non avesse usato l’accorgimento di dichiararsi in sulle prime quasi colpevole, oggi non avrebbe gli appoggi che ha. Così faremmo noi se un giorno la polizia dovesse accusarci dei più impensati delitti, ad esempio di praticare l’antropofagia. Accetteremmo tutti gli addebiti. Che importa se innocenti? L’innocente che si proclama colpevole ha molte probabilità di essere assolto, tranne naturalmente le eccezioni, come Zinoviev, Kamenev, Bucharin, ecc… La giustizia borghese è fatta così.

Ma un dubbio ci assale. Dal 1941 al 1947 almeno, Stati Uniti e Russia non sono stati alleati in guerra? In tali condizioni il Presidente degli S.U. era al corrente dei piani militari del Presidente dell’U.R.S.S., e viceversa. A Teheran e poi a Yalta e Potsdam Roosevelt prima, Truman poi, concertarono insieme con Stalin e Churchill i piani di guerra contro la Germania, si confidarono i segreti dei rispettivi Stati Maggiori. Ed allora? Erano traditori tutti? Per assodarlo abbisogna una «prova» speciale, la prova della Rivoluzione.