I morti parlano in Polonia e in Italia
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Giornali come la Domenica del Corriere o la Tribuna Illustrata ci hanno abituati a quella efficace forma di pubblicità dei prodotti medicinali che consiste nel provare fotograficamente i benefici effetti ricevuti dai pazienti. Il preparato X contro la calvizie? Si pubblicano due fotografie della stessa persona che figura in una quasi calva, nell’altra gloriosamente insignita di una folta capigliatura. Prima e dopo la cura, spiega la didascalia. Ma qualcuno può sospettare che nella cronologia reale, nel cuoio capelluto del preteso guarito il «dopo» sia scaduto prima, e viceversa. E chissà quante volte è la verità…
I clericali che leggono l’Unità potranno benissimo avere nutrito analoghi sospetti, esaminando le «prove» fotografiche riprodotte nel numero 24-11-1953 della «cura» ricostruttiva somministrata dal Governo polacco alle chiese nazionali. Potranno insinuare che le fotografie della chiesa polacca prese in epoche diverse, e cioè mentre era sinistrata e pericolante per eventi bellici, e dopo la ricostruzione effettuata con finanziamenti governativi vadano interpretate nel senso che le distruzioni debbano attribuirsi al governo. Noi invece siamo sicuri che, giusta quanto afferma la didascalia, che commenta il «prima e dopo la cura» delle chiese polacche, il governo popolare di Polonia abbia speso fior di quattrini per riaprire quella chiesa al culto.
E crediamo ad occhi chiusi a quanto aggiunge l’Unità: che esistono in Polonia 12.000 sacerdoti, che le monache sono aumentate di 20.000 unità rispetto al 1939, che vi sono 600 asili e 40 scuole elementari dirette da religiosi; che 454 asili e 127 Case del Fanciullo sono dirette dall’organizzazione religiosa «Charitas»; che vi si pubblicano un quotidiano e 63 periodici cattolici.
«Sono fatti. E fatti che parlano» esclama orgogliosamente l’Unità, mirando naturalmente a sbugiardare le «fandonie clericali». Va da sé che i clericali presi di mira sono quelli che salmodiano nelle chiese italiane e nel partito di Pella. I religiosi polacchi invece non hanno da lamentarsi del governo del «compagno» Bierut e del Partito staliniano dominante. Tranne qualcuno, come il cardinale Wyszynski cui è stato vietato recentemente dal governo di Varsavia di esercitare le sue funzioni per violazioni da lui commesse dell’accordo dell’aprile 1950 tra Stato e Chiesa. Ma per carità, nient’altro che l’interdizione doveva buscarsi il ribelle cardinale! Non è stato affatto arrestato, si affanna a precisare l’Unità.
Tanta foga è inutile, almeno per noi. Sì che vi crediamo, o benemeriti ricostruttori di chiese e protettori pietosi di preti, monache e confratelli. Sì, sono fatti che parlano: i vostri sporchi fatti di politicanti arciborghesi, anticlericali in principio, mecenati di preti in pratica.